Storia dei gioielli ai tempi del Rinascimento

Dopo il periodo di stagnazione noto come Medioevo, l’europa finalmente riemerse con il Rinascimento. Quest’epoca viene ricordata per la rapida espansione di conoscenze, tecnologie, arte, scienze e esplorazioni. Situato fra i primi anni del diciassettesimo secolo e la fine del diciannovesimo, il rinascimento riuscì ad unire il mondo intero con una rete di rotte commerciali che agevolò ed in alcuni casi consentì l’interscambio di beni, tecnologie, popolazioni e religioni. Questo, ebbe un profondo impatto sull’industria del gioiello che riuscì ad avere una popolarità tale da consentire alla gente comune di avere accesso a materiali e pietre preziose prima di allora irraggiungibili.

Inizialmente alimentata dalla Lega Anseatica, l’alleanza di città e gilde commerciali che per prima unì i paesi europei da un punto di vista economico, alla fine del Medioevo l’arte, le scienze, la poesia e l’architettura iniziarono a diffondersi in tutta europa dando origine all’età delle belle arti. Quando la ricchezza iniziò a fluire anche ai ceti più bassi, l’acquisto di gioielli e pietre preziose si diffuse sempre di più perché tutti potevano permetterseli. Venivano acquistati articoli di gioielleria per motivi religiosi e di status ma anche quale investimento per eventuali periodi futuri di carestia in caso di crolli economici improvvisi. Grazie al commercio navale internazionale, innumerevoli tipologie di materie prime preziose furono trasportate in Europa dove finirono nelle mani di artigiani innovativi i quali riuscirono a creare alcuni dei più bei pezzi mai realizzati.

Durante il regno dell’Imperatore Francese Napoleone Bonaparte, l’Europa subì uno dei più grandi cambiamenti culturali. Sotto l’influenza di quest’ultimo i diamanti diventarono di fatto la gemma più desiderabile al mondo e ben presto adornarono qualsiasi tipo di elemento alla moda che si possa immaginare comprese armi e costumi.

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