Trascorsi circa 100 mila anni dai primi semplici gioielli africani costituiti da ossa, conchiglie e pelle di animale, l’impero egiziano inizia la conquista del mondo allora conosciuto divenendo in poco tempo la civiltà dominante. Gli egiziani a quel tempo, potevano contare su tecnologie avanzate che gli hanno concesso un indubbio vantaggio sotto molti punti di vista, compresa naturalmente la gioielleria. Inoltre il continente africano è sempre stato molto ricco di materie prime e questo ha certamente aiutato la tecnologia e l’inventiva. La predisposizione culturale dei governanti dell’epoca si è rivelata poi la forza trainante per la fabbricazione di gioielli e la nascita di uno stile che vivrà per sempre.
La scintilla che ha dato origine alla produzione di gioielli in massa in Egitto è stata scatenata dalla scoperta dell’oro e delle relative tecniche per la sua estrazione ed affinazione. Questo ha permesso agli egiziani di raccogliere grandi quantità di oro che è stato da subito identificato come il materiale ideale per la creazione di monili elaborati a causa della sua predisposizione naturale alla duttilità. Nell’Egitto predinastico, i gioielli d’oro diventarono presto simbolo di status, potere e religione. Con il passare del tempo, la clientela formata quasi esclusivamente da famiglie nobili richiedeva disegni sempre più elaborati. Questo ha sicuramente favorito l’avanzare delle tecniche, l’ausilio di altri metalli e l’integrazione con pietre semi preziose, in modo particolare di lapislazzuli. La richiesta di articoli di gioielleria Egiziani era così diffusa che ne sono stati ritrovati in Persia, Turchia, Grecia e Roma.
La nobiltà egiziana favoriva le collane, i bracciali, le cinture, gli amuleti, i ciondoli e le perline per capelli. I disegni più richiesti rappresentavano pergamene, scarabei, uccelli, tigri, sciacalli ed antilopi. Un materiale che veniva utilizzato di frequente era il vetro colorato che all’epoca era molto costoso, per rappresentare soprattutto il piumaggio degli uccelli. I gioielli venivano portati anche dopo la morte ed erano parte integrante delle cerimonie funebri. La tradizione di conservare i preziosi in tombe difficili da raggiungere li ha protetti e conservati nel corso degli anni dalle razzie, permettendo agli archeologi di condividerli con il mondo a distanza di migliaia di anni.